L’arte neoclassica; Intorno alla metà dell’XVIII secolo gli scavi che avevano riportato alla luce intere città come Pompei ed Ercolano. L’interesse degli artisti verso lo studio delle antichità greche e romane e Roma divenne il centro culturale per eccellenza. Fu Johann Joachin Winckelmann il quale iniziò una attento studio delle antichità classiche componendo una grandiosa opera: la Storia dell’arte dell’antichità che fu pubblicata nel dicembre del 1763 .Il neoclassicismo questo stile emerse successivamente al tardobarocco e al rococò, che era rifiutato dalla nuova visione del mondo, e della religione proposta dal pensiero illuminista.
Architettura Neoclassica.
Caratteristiche tipiche del neoclassico sono particolarmente evidenti nell’architettura, architettura classicista venne applicato non solo a palazzi e chiese, costruiti come templi classici, ma anche a teatri, caserme, ospedali e numerosi altri edifici aventi funzione pubblica. Il periodo di sviluppo di questo stile corrisponde a quello che gli storici dell’economia definiscono della rivoluzione industriale. Sempre in questo periodo comincia il distacco dell’architettura dai problemi della pratica costruttiva. il neoclassicismo vero e proprio cominciò dopo la metà del XVIII secolo. Sviluppandosi quindi in tutti i paesi occidentali.
Il Neoclassicismo settecentesco fu essenzialmente una reazione al Rococò. A partire dalla seconda metà del Settecento anche in Italia si registra la costruzione di alcuni edifici classicheggianti. Il Neoclassicismo tuttavia non si affermò in modo unitario su tutto il territorio, all’epoca ancora suddiviso in molti piccoli stati, spesso sotto il diretto controllo di governi stranieri. L’inizio del secolo, inoltre, aveva coinciso con l’ultimo capitolo della stagione barocca: a Roma si erano realizzati straordinari monumenti scenografici (come Piazza di Spagna e la Fontana di Trevi), mentre in Piemonte erano all’opera Filippo Juvarra e Bernardo Antonio Vittone; l’attività si era spostata poi nel Regno di Napoli, dove Ferdinando Fuga e Luigi Vanvitelli costruirono rispettivamente il Real Albergo dei Poveri e la Reggia di Caserta, grandiosi episodi di un’intensa produzione barocca.
Decisamente neoclassiche sono le raffinate architetture progettate da Luigi Vanvitelli e dai suoi allievi per le residenze dei sovrani borbonici.
A partire dalle scoperte emerse durante gli scavi archeologici di Pompei ed Ercolano, avviati nel 1740 dal re Carlo di Borbone, si afferma a Napoli, in consonanza con quanto stava avvenendo nel panorama culturale e artistico europeo, un nuovo gusto per il classico. A quest’ultimo si conforma la nuova scuola di architetti e artisti che, sotto la supervisione del Vanvitelli, lavorarono nella seconda metà del Settecento sul territorio Campano.